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Chi studia trova… il metodo!

Siamo a Marzo ormai. Un anno dopo l’inizio della pandemia, eccoci frequentare lezioni e sostenere esami per via telematica. I corsi del secondo semestre stanno ricominciando e questo vuol dire che abbiamo affrontato, ancora una volta, una sessione di esami davanti al pc.

Una matassa di sentimenti, speranze, aspirazioni e fatiche: l’incontro di dinamiche così intense emotivamente può rendere una sessione di esami molto ostica da affrontare.

E noi? Come ci prepariamo per affrontare questo momento? Come aiutiamo noi stessi durante la quotidianità?

Per studiare occorre anzitutto un buon metodo di studio. Con il desiderio di aiutare noi studenti nel formare una coscienza critica nella costruzione di un metodo di studio, il gruppo FUCI Pier Giorgio Frassati ha organizzato nel mese di novembre 2020 quattro incontri formativi con il Prof. Roberto Mauri, psicologo, formatore ed esperto di dinamiche interpersonali e comunicative.

Prima di questo, tuttavia, facciamo un passo indietro sino all’etimologia del termine. Il termine studio giunge a noi dal latino “studium”, che deriva a sua volta da “studere”, cioè “aspirare a qualche cosa, applicarsi attivamente”. Possiamo dunque chiederci: “A cosa aspiriamo?

Ecco perché quando parliamo di studio stiamo facendo riferimento a una nozione densa di significati, stiamo alludendo a una dimensione pluridirezionale. Attingiamo cioè a tutte le nostre facoltà: è la dimensione dove vissuto, presente e futuro, costellato da aspirazioni e sogni, si intersecano inesorabilmente.

Quindi è ben più che un mero memorizzare fine a se stesso, operazione banale sufficiente per superare un esame. Già, l’esame della vita necessita molto più impegno.

E proprio attingendo a piene mani a una dimensione più umana e trasversale del sapere, il Prof. Mauri ha tenuto quattro lezioni molto educative e interessanti a proposito del metodo di studio, rese possibili in questo tempo di pandemia dalla piattaforma Zoom.

Qual è il nostro rapporto con l’ambiente dove studiamo? Come disponiamo i libri?

Qual è la nostra relazione con lo studio? Ecco alcune delle domande poste agli studenti.

Sembra strano parlare di “relazione” in merito a una realtà intangibile e trascendente come l’apprendimento, ma se soppesiamo bene il concetto ci appare chiaro il significato di tali domande. In fin dei conti, mentre studiamo stiamo cercando di realizzare una versione di noi stessi ancora migliore di ciò che già siamo. Stiamo avanzando nel cammino della nostra vita. Quindi ha senso parlare di relazione.

Il Prof. Mauri ha poi presentato ai ragazzi diverse attività, tra cui alcuni quiz il cui scopo era conoscere meglio se stessi. Esistono quattro tipologie di studenti, spiegava:

  • i pragmatici, coloro cioè che prediligono un’esperienza concreta;
  • i riflessivi, che si approcciano allo studio mediante un’osservazione riflessiva;
  • i teorici, che anelano una concettualizzazione astratta;
  • gli attivi, caratterizzati da una sperimentazione attiva.

La sessione ormai è finita, ma il cammino della vita no, è ancora lungo. Questa successione di incontri ci ha aiutati nel nostro dialogo con lo studio e con noi stessi?

Come affronteremo lo studio d’ora in poi?

E come lo stiamo, già adesso, vivendo?

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